L’ 08-11-2011 alle 12.00 ho assistito ad un incidente al semaforo tra piazza Kalsa ed il Foro Italico: un motociclista fermo al semaforo aspetta, fremendo, il verde. Io ero in moto allineato con lui a 3 metri di distanza.
Scatta il verde e lui parte come un razzo, mentre arriva dalla Kalsa, col rosso ed in velocità una vecchia 500 bianca che taglia la strada a tutti (deve essere partita dalla Magione per raggiungere tale velocità!) tranne che al centauro che gli sperona in pieno la portiera, facendo una piroetta aria con la moto per sfondare, infine, l’ asfalto.
Nell’ attesa che arrivi l’ ambulanza si genera un caos mostruoso: tutti rallentano per vedere cosa è successo, nessuno rispetta più il semaforo, anche i bus (che hanno sempre dei comportamenti omicidi) passano col rosso, clacson accorati, uno taglia la strada all’ altro.
Dopo 20 minuti (l’ospedale La Ferla dista 1.5 km) arriva l’ambulanza, il centauro nel frattempo gesticolava per terra, quindi era vivo.
Oltre al caos ingiustificato che si è creato, mi ha colpito il fatto che la stessa dinamica l’avevo già vista in un altro incidente (con me nella stessa identica posizione) avvenuto al semaforo di via Maqueda/Tukory.
Ora mi chiedo: ma noi palermitani cosa abbiamo nel cervello? Muffa?
La totale mancanza di rispetto delle regole è disgustosa. Qui non basta la repressione delle forze dell’ ordine, c’è una carenza di insegnamento delle regole civili sia in famiglia che nella scuola. Chissà, forse tra 60 anni la muffa lascerà il posto a dei cervelli pensanti. Per adesso occhio ai semafori!
Il palermitano non ha bisogno di regole. Il palermitano è furbo e si autogestisce.
Un tempo appena scattava il verde ad un incrocio nel senso perpendicolare scattava in contemporanea il rosso. Non appena vedeva arancione il palermitano furbo (=che ci tiene alla vita) cominciava a rallentare perchè sapeva che allo scattare del verde immediato nell’altra direzione corrispondeva una partenza da formula uno che lo avrebbe polverizzato.
Qualche anno fa le regole sono cambiate, seguendo i sentieri della logica (ma non quella palermitana), per un maggiore ordine e civiltà si è deciso che dovesse esserci un tempo di rosso comune alle due direzioni di un incrocio. Così ora appena scatta il rosso da una parte si sa che per qualche secondo è rosso anche dall’altra. Il furbissimo palermitano è riuscito a tramutare una regola di civiltà in una roulette russa! Infatti lui FURBO sapendo che il rosso dall’altro lato dura di più non solo si può permettere di passare con il giallo, ma anche con il rosso! Praticamente la sfida (il palermitano ama essere sfidato) è riuscire a passare all’ultimo millesimo di secondo disponibile. E quindi altro che rallentare! Appena è giallo bisogna pigiare sull’acceleratore per cogliere l’attimo fuggente!!
Dall’altro lato, chi sta aspettando con il rosso, scalpita e non appena scatta il verde parte come neanche shumacher riuscirebbe a fare…perchè? ha fretta? NO, l’unico scopo è insultare e “vuciare” contro quelli che stanno ancora passando con il rosso dal lato opposto (salvo poi fare esattamente lo stesso a situazione invertita).
Ma se voi aveste un branco di maiali che camminano per dei sentieri, pensereste mai di regolarne il flusso con dei semafori?
Io penserei piuttosto a delle sonore bastonate…
Inoltre l’inciviltà dei palermitani si nota anche al momento in cui scatta il verde accompagnato dai clacson che non danno neanche il tempo di mettere la marcia. E menomale che nei centri urbani è vietato usare il clacson!
per questo motivo io quando ho il verde rallento sempre, e fra l’altro il problema di chi ti taglia la strada ormai è diffuso ovunque anche dove nn ci sono incroci sopratutto da parte dei motocicli, mi sono permesso spesso di passare con il giallo ma solo quando capisco (conoscendo bene la città in un altra manco lo farei) che le condizioni di visibilità dovute all’incrocio e al traffico me lo consentono, e comunque a pochissima distanza dall’incrocio, lo stesso ragionamento è prescritto per i mezzi delle Forze dell’ordine, di soccorso ecc..
In parte è come dice Xemet, in parte no, perché generalmente la dinamica ad un semaforo palermitano è la seguente: chi dal rosso passa al verde non parte subito, ma fa passare anche 4-5 secondi, che sono quelli su cui punta chi dal verde ha ricevuto il rosso per continuare a passare.
Il palermitano medio in macchina, oltre a mancare di civiltà e spesso di intelligenza, è anche fuori fase di quei 4-5 secondi che possono essere letali, nel vero senso della parola. Il semaforo non diventa altro che lo specchio della nostra indole: un mix di lagnusia, menefreghismo, inciviltà ed arroganza.
Peccato, la nostra città abitata da gente civile sarebbe un paradiso.
Anche le “false partenze” fanno parte del palermitano incivile. Invece di guardare il loro lato del semaforo guardano come sta scattando quello a destra o a manca. Non appena scatta rosso (dal lato improprio) non attendono nemmeno 4-5 secondi che scatta verde dal proprio lato (un esempio eclatante al semaforo in piazza O.Ziino), e partono qualche secondo in anticipo dallo scattare del verde per loro. E’ un fenomeno che ho scoperto riflettendo sulla base dell’imprudenza mista ad impazienza delle carogne di palermitani al volante ed al manubrio. Anche così succedono incidenti. Che stupidi !
Veramente è anche peggio, spesso vedo partire le macchine (e soprattutto i motori) quando scatta l’arancione dall’altro lato, tanto coll’arancione gli altri devono fermarsi…
A tal proposito c’è il semaforo tra via Costantino Nigra e via p.pe di Villafranca pericolosissimo e spesso ci sono incidenti. Praticamente chi è fermo in via Nigra vede scattare il rosso nel semaforo pedonale per chi attraversa via Villafranca e passa, ma per le macchine resta verde (neanche arancione) per altri 5 secondi. A causa di questo sfasamento nei tempi del semaforo succedono spesso incidenti, soprattutto la sera quando le macchine sfrecciano a velocità folle.
la cosa che odio di più è l’individuo che deve guardare a tutti i costi cos’è successo. è solo per questa ragione che si generano code mostruose in concomitanza di incidenti stradali. morte a loro.
perche` non fare come in UK..rosso giallo e verde – verde giallo e rosso..si velocizzano le code in quanto vedi il giallo e ingrani la marcia pronto a partire..
Forse OT, ma interessante. Ho notato che qui in UK il verde solitamente è molto breve. Si arriva a casi di appena 10 secondi, giusto il tempo d’ingranare la marcia e passare dall’altro lato. Immagino abbiano studiato i flussi di traffico. Inoltre quasi sempre i semafori sono organizzati in maniera tale da minimizzare l’incrocio dei flussi nelle diverse direzioni, ovviamente nel limite del possibile, introducendo temporizzazioni a più di due tempi.
Da noi raramente si vedono soluzioni del genere.
Sarebbe interessante sapere quale soluzione è in effetti migliore.
Io ho sempre avuto l’impressione che a Palermo (ma in generale in Italia) si ponga poca o nessuna attenzione a una corretta temporizzazione dei semafori.
Cosa che invece, da sola, potrebbe probabilmente diminuire le code agli incroci in modo considerevoli, senza nessun altro intervento.
@Andrea e anzi se si fermassero a guardare magari nn ci sarebbe nulla di strano anche se bloccano il traffico il fatto è invece che molti invece di chiamare il 118 perchè per ignoranza pensano o che siano schedati o che pagano la telefonata, cercano di muovere o dare a bere all’infortunato cosa che a seconda deia casi a vendo fatto il corso BLS presso la Croce Rossa può derminare lesioni o soffocamento, imporvvisarsi medici mai!!
una cosa geniale l’ho vista in un paese tutt’altro che moderno, in egitto! agli incroci con semaforo era piazzato uno schermo con un timer alla rovescia che indicava il tempo rimanente prima che scattasse il rosso o il verde (il timer segnava solo gli ultimi 10 secondi). In tal modo già a distanza dell’incrocio è possibile farsi il conto se si riesce ad attraversare o se non vale la pena accelerare inutilmente, o frenare in tempo…ora mi accorgo che questo sistema esiste anche in italia, a bergamo e mestre…
http://compagniaindie.blogspot.com/2008/12/semaforo-con-conto-alla-rovescia.html
Ottimo il conto alla rovescia! Sarebbe un passo enorme per la sicurezza.
In molti commenti, come al solito, leggo generalizzanti invettive da parte di cittadini palermitani verso altri palermitani e la loro presunta “inciviltà d’indole”. Questa cosa mi infastidisce parecchio. Ovviamente anche a Palermo, come in altre grandi città, esistono fenomeni di inciviltà, e si tratta di cose innegabili. Tuttavia non credo che ciò giustifichi il qualunquismo generalizzante e auto-lesionistico di molti palermitani che tante volte pare si accendino e si divertino nel parlar male di loro stessi, senza che questo peraltro porti ad una qualche soluzione.
Ieri sera diversi telegiornali nazionali hanno presentato servizi che trattavano proprio la sicurezza stradale nelle maggiori città italiane e l’ inciviltà degli automobilisti. Ebbene?! A causa dell’inciviltà di alcuni automobilisti, Roma è risultata la città più insicura, seguita di poco da Milano. In entrambe le città si registra il più alto numero di incidenti stradali in proporzione al numero dei cittadini. Interessanti le interviste ai pedoni romani che dicevano di essere terrorizzati soltanto all’idea di attraversare la strade cittadine….beh…però nessuno di loro se n’è uscito con sparate alla “palermitana” del tipo: “noi romani abbiamo muffa nel cervello”; “i romani non ha bisogno di regole. I romani sono furbi e si autogestiscono”; “l’inciviltà dei romani è disgustosa” e via dicendo….
io il conto alla rovescia l’ho visto a Copenhagen. Serviva molto soprattutto per i pedoni visto la larghezza ASSURDA delle strade.
Athon, i palermitani sono incivili perche’ non vengono bacchettati, io l’ho sempre detto e ribadito e lo ribadisco di nuovo ora. Non e’ che il tedesco o il norvegese e’ piu’ civile di nascita, sono selvaggi come noi e come tutti gli esseri umani lasciati allo stato brado. Semplicemente alla decima multa si calmano un po’ Questa e’ l’unica differenza. Come dicevo nell’altro post sul limite di velocita’, in Germania andavano tutti a 30 km/h non perche’ gli piace ma perche’ hanno autovelox automatici ad ogni incrocio. Il palermitano ha bisogno di dura repressione, dopo di che la civilta’ arriva come per miracolo. Certo non sara’ un caso che i siciliani che ho conosciuto in germania erano tutti ligi ad ogni regola…
aggiungo che molti comportamenti anche se nn giustificabili nascono dallo stress accumulato per le condizioni disastrose del traffico dovuto nn tanto al numero elevato di auto in proporzione alla città ma allo stato attuale alla mancanza di servizi all’altezza di questa città, dai parcheggi ai trasporti pubblici, alle strade ecc..
xemet, capisco il tuo discorso. Trovo che il tuo secondo commento contribuisca a chiarire meglio anche il primo e mi trovo in parte d’accordo con ciò che scrivi.
Quello che penso è questo: se rispetto ai fenomeni di inciviltà, l’attenzione venisse subito posta sulle proposte da adottare per arginarli e rendere quindi più sicura e piacevole la vita dei concittadini ( tipo maggiore presenza dei vigili, più multe, semafori col timer ecc…ecc..), non mi sentirei di aggiungere altro.
Il problema è che di fronte ad un qualsiasi episodio di inciviltà, la maggior parte dei palermitani mostra l’abitudine di partire subito all’attacco degli altri palermitani in toto, o comunque l’impressione è quella. E’ come se gli abitanti di questa città mancassero di orgoglio e della coscienza di far parte di una stessa, identica comunità. Questo non va bene e contribuisce a corroborare tanti mali. A me piacerebbe tanto strappare alla radice questo fare, tipico soltanto dei palermitani ( non dei siciliani in genere), di pensare male e di esprimersi negativamente nei confronti degli altri concittadini. ognuno tirandosi fuori dal mucchio…ognuno per conto suo…estraniandosi. A Palermo quante volte si sente dire la parola “concittadini”?! E’ più grave di quanto si possa pensare….
Quando i palermitani faranno espodere l’orgoglio che vive dentro di loro e finalmente si renderanno conto di essere parte di una comunità, mostrando rispetto, anche verbale, nei confronti di Palermo e degli altri palermitani, sarà un bel traguardo. Nell’ambito delle città italiane, solo nella nostra gli abitanti parlano male di loro stessi. Nonostante i tanti problemi che attanagliano le varie città d’Italia, lo stesso atteggiamento negativo, con la stessa forma e diffusione, non può essere riscontrato tra i romani, i milanesi, i napoletani, i catanesi, i genovesi e così via.
Non c’è bisogno dell’ orgoglio di essere palermitani per rispettare un semaforo o per pagare un bollo o per non gettare immondizia per terra.
Sinceramente, parlo male dei Palermitani,intesi come quelli che appunto, passano col rosso, che si sentono alle corse o che rallentano per guardare se quello a terra è morto non capendo che stanno bloccando una intera strada. perchè non mi sento di avere nulla da spartire con loro. Siamo proprio su pianeti diversi. Non abbiamo niente in comune (persino le tasse), se non il pane ca’ meusa.
Questa città va male perchè c’è tanta gente che si diverte a prevaricare la libertà altrui, non perchè i cittadini ne parlano male.
Sulle altre nazioni occhio a parlare troppo. Hanno sicuramente una polizia molto attenta, ma ho visto dei comportamenti (perfino dei bambini) che facevano piangere per il loro senso civico e che non erano raddrizzati dalle temibili forze dell’ ordine.
@ V:E:N:D:E:T:T:A
Allora parla male di quelli che passano col rosso…non dire “i palermitani”.
Ripeto quanto ho scritto nel commento sopra: seconda la classifica dell’Aci, Roma è la città italiana con il più alto tasso di vittime per incidenti stradali e secondo i numeri forniti dall’Asaps è la prima città d’Europa per numero di pedoni vittime della strada. Due giorni fa diversi telegiornali nazionali hanno mandato in onda servizi su questa notizia. Nelle interviste nessun romano si è sognato di accusare indiscriminatamente gli altri romani.
Napoli ha un grosso problema con i rifiuti ma sarebbe davvere difficile sentire un napoletano parlare male di Napoli e degli altri napoletani. Al massimo li sentirai prendersela, com’è giusto che sia, col Comune, la Provincia, la Regione, le ditte partenopee di raccolta e smaltimento dei rifiuti, la camorra ecc..ecc…
V:E:N:D:E:T:T:A , scrivi che “non c’è bisogno dell’ orgoglio di essere palermitani per rispettare un semaforo o per pagare un bollo o per non gettare immondizia per terra”. Francamente credo che su questo punto ti sbagli di grosso, semplicemente. Una qualsiasi regola sostenuta da un fiero sentimento di appartenenza comune, è forte e viva in quanto ci si crede; viceversa rischia di essere vista come un’inutile imposizione civilista e vuota.
Allora se uno si comporta bene nella proria città è perchè sente di appartenere a quel territorio; e se vado a Berlino o a Parigi? Non posso sentirmi certo parte di loro e allora posso passare col rosso?
Iocredo in un senso di civiltà più ampio e quando non passo col rosso non lo faccio per appartenenza a quasto o quel nucleo, ma perchè sono in relazione con la razza umana; quando non butto una carta a terra è perchè rispetto la natura non perchè a casa mia non sporco.
Secondo me è questo il comportamento che si dovrebbe imparare.
@ V:E:N:D:E:T:T:A
Se uno si comporta bene nella proria città è anche, ma non solo, perchè sente di appartenere a quel territorio comune, condiviso con gli altri. Questo non escude il senso di civiltà più ampio di cui parli.
Il termine civiltà deriva dal latino civilitas, a sua volta derivato dall’aggettivo civilis, da civis (“cittadino”); civitatem è invece l’etimo della parola “città”. La civilitas indicava l’insieme delle qualità e delle caratteristiche del membro di una comunità, nel senso di buone maniere cittadine.
Oggi, in ambito antropologico, abbiamo due accezioni di civiltà: una particolaristica, legata al significato latino; l’altra universalistica, legata all’idea della comunità umana in toto.
Insomma, il senso di civiltà lo si rintraccia a vari livelli ma è sempre legato all’idea di “comunità”. La comunità si articola in livelli sempre più ampi, un po’ come le matrioske russe: condividere con pochi altri lo stesso quartiere, condividere con altri ancora la stessa città, poi la stessa regione, la stessa nazione, lo stesso continente, lo stesso mondo.
Dunque ribadisco: il problema di quei cittadini che non si fanno scrupoli nello gettare una cartaccia per terra, è anche la mancanza di una chiara coscienza e dell’orgoglio di far parte di una comunità cittadina, da curare e salvaguardare. Poi però magari si sentiranno in “sintonia” con l’Europa, per cui altrove si trattengono.
Ad ogni modo, al di là di tutte le disquisizioni, il nucleo del mio pensiero è uno: quando i palermitani faranno espodere l’orgoglio che vive dentro di loro e finalmente si renderanno conto di essere parte di una comunità, mostrando rispetto, anche verbale, nei confronti di Palermo e degli altri palermitani, il senso di civiltà non potrà che risultarne corroborato.
Non mi definisco proprio orgoglioso di essere palermitano, ma rispetto le regole civili a prescindere dai “cittadini” indisiplinati, sia qui, che da altre parti; che non si pretenda, però, anche un profondo rispetto verbale, quando la maggioranza della popolazione invade la mia libertà in quanto più “furba” di me.
Dovrei dire, come dici che fanno nelle altre città: “è colpa delle istutuzioni!”? No, è colpa dei miei concittadini, Palermitani appunto, che sono stati educati male. E, siccome sono davvero tanti (la maggioranza), ed uno come me si sente quasi straniero, nella propria terra, ecco che scatta la semplificazione “i palermitani”.
Quindi pur non sentendomi parte della città, questo non mi impedisce di comportarmi civilmente. C’è un rispetto più universale: quello verso il prossimo, sia esso uomo, donna, albero o animale.
Ampliando il discorso sull’educazione,
il rispetto verso la propria città sarebbe già un traguardo,ma troppo circoscritto, perchè le matrioske,che nomini tu, sono possono essere dei compartimenti stangni.Ci vuole un insegnamento più ampio, così facendo dovunque sei, qualunque cosa fai,tu ti possa chiedere : stò arrecando danno?”. A quuesto punto non hai più bisogno di appartenere ad una definità cerchia.
Per esempio nel calcio, grande metafora della civiltà, i tifosi di una squadra sono orgogliosi e si vantano di tifare dalla stessa parte, e li vedi scherzare, partecipare ai cori. Le altre squadre/tifosi, però,già sono considerate inferiori e vengono insultate non bonariamente (non sempre ovviamente, ma il trend è quello),si insultano i giocatori avverasari (anche se l’anno dopo magari saranno venduti alla propria squadra) fino ad alcuni casi di violenza pura e razzismo. E’ un piccolo esempio di come l’orgoglio di appartenenere ad una entità più grande e la passione per le stessa cosa, ed il conseguente rispetto, non si propaga a livelli superiori.
@ V:E:N:D:E:T:T:A
Mi spiace che non ti senta “proprio orgoglioso di essere palermitano”. E’ triste.
Non pretendo che tu manifesti “un profondo rispetto verbale” nei confronti di Palermo e dei palermitani. Sei libero di esprimerti come vuoi e di valutare le cose per come ti sembra più giusto. La mia vuole essere solo una considerazione su quella che mi sembra un’esagerazione qualunquista, generalizzante e auto-lesionistica di molti palermitani che tante volte pare si accendino e si divertino nel parlar male di loro stessi, senza che questo peraltro offra lo spunto di una qualche soluzione.
Per fare un esempio: scrivi “la maggioranza della popolazione invade la mia libertà in quanto più “furba” di me” […] “sono davvero tanti (la maggioranza)”.
Ebbene io ti posso dire, per esempio, senza rischio di smentita, che ai semafori la MAGGIOR PARTE delle macchine si ferma; tu puoi scrivere che la MAGGIOR PARTE degli automobilisti sfrecciano? Io posso scrivere che vedo che la MAGGIOR PARTE di quelli che guidano un motorino hanno il casco in testa; tu puoi rispondermi che invece la MAGGIOR PARTE se ne frega? Sono solo esempi che credo che questo valga per ogni cosa.
Dunque non ti sembra che certe considerazioni negative e generalizzanti siano proprio esagerate ma talmente diffuse nel linguaggio corrente da sembrare ovvie?
Fai la metafora del calcio: i tifosi di una squadra sono orgogliosi e tifano per la propria squadra mentre le altre squadre vengono insultate…
Ecco, utilizzando la tua stessa metafora ti dico che, mentre in tutte le altre città italiane, a prescindere dai problemi, i tifosi non farebbero mai cori contro la propria squadra ( un napoletano non offenderebbe mai gli altri napoletani, un catanese non offenderebbe mai gli altri catanesi, un genovese non offenderebbe mai gli altri genovesi, un bolognese non offenderebbe mai gli altri bolognesi ecc…ecc…), l’anomalia della “squadra-città Palermo” è che i relativi “tifosi-cittadini palermitani” tante volte fanno cori contro se stessi, auto-lesionisticamente ed esagerando palesemente. In troppi si esprimono negativamente nei confronti degli altri concittadini, ognuno tirandosi fuori dal mucchio…ognuno per conto suo…estraniandosi…sentendosi più civile della MAGGIOR PARTE.
Ripeto che a Palermo uno dei problemi alla radice è che manca l’idea di comunità, di città-paese, e un certo modo di esprimersi, di uso corrente, dà i tratti dell’ovvietà a valutazioni palesemente esagerate che rafforzano l’estraniamento, troppo diffuso, di molti palermitani nei confronti degli altri concittadini. Per me questo è problema grosso.
@Athon hai ragione quando dici di non generalizzare, ma vedi credo sia inevitabile doverlo fare quando, dovunque tu possa guardare, non fai altro che vedere prevaricazione e maleducazione. Per strada, nei luoghi pubblici e in qualunque posto tu possa andare, trovi sempre situazioni in cui alla fine sei portato a vergognarti di appartenere a questa comunità. Dall’alto della mia esperienza di vita, che racchiude mezzo secolo, ho assistito ad un progressivo declino di quei valori a cui la mia generazione è stata educata e se prima potevo sperare in un futuro migliore, oggi devo dire no! Per carità c’è una gran fetta di gente che non rientra in questi casi, ma la stragrande maggioranza si fa i c..zi suoi fregandosene del prossimo. Sulle strade quindi si riversa tutto il peggio di ogni individuo, probabilmente si sente sicuro e protetto dentro la sua scatoletta, anche perchè sa che resterà impunito data l’assenza di controlli. Io dico sempre che l’educazione di una persona si vede anche da come guida, questo è lo specchio fedele dei comportamenti e non esiste giustificazione alcuna soprattutto quando lede il prossimo; non giustifico la doppia fila se questa si ripercuote sul traffico, il parcheggio sui marciapiedi se si ripercuote sui pedoni, la velocità eccessiva, il non rispetto del codice stradale e quant’altro se si ripercuote sulla sicurezza del prossimo. Di sicuro quando si parla dei palermitani non è per generalizzare ma si parla di quella gran parte di deficienti che ci portano inevitabilmente a rifiutare l’appartenenza ad una comunità.
Athon
non è triste non amare la città dove si abita. Non si sceglie dove nascere; e pur riconoscendo le potenzialità uniche di questa terra (altrimenti che ci scrivo a fare su questo blog), ammetto che il lato oscuro affossa quello buono. Ma rispetto comunque le leggi della civiltà (anche rimanendo solo nel solo ambito della mobilità).
Qudno dici “Sono molti di più quelli che si fermano al semaforo di quelli che passano col rosso” o “…quelli che portano il casco”. Ma devi guardare l’insieme: fai 6 km di strada in città e puoi vedere almeno 40-50 infrazioni di vario genere; questo perchè chi si ferma al semaforo, magari 100 metri dopo si ferma in doppia fila al bar o fa inversione senza dare precedenza, non si mette la cintura, oppure quando cammina a piedi attraversa in diagonale e non sulle strisce o aspetta alla fermata dell’ autobus stando un metro oltre il marciapiede oppure evita sempre di camminare sullo stesso.
Ancora, chi indossa il casco è facile chiamarlo tale,almeno il 20% non sono omologati ed un buon 10% non lo allacciano (ed io giro in moto ogni giorno); per non parlare dei motorini senza targa o che fanno fumo come fossero a carbone. Poi sempre con il loro bel casco tagliano la strada o aspettano il verde praticamente a metà incrocio.
Il senso è che, chi più chi meno, quasi tutti commettiamo almeno una infrazione grave al giorno, e questo genera la situazione odierna. Anche io faccio le mie, ma non sono fra quelle che bloccano il traffico o che sono pericolose o che intralciano pedoni o autobus.
@ franz e V:E:N:D:E:T:T:A
Di macchine in doppia fila, cartaccie per terra, infrazioni, vandalismo ed episodi di inciviltà vari, ne ho visti in molte città italiane: Roma, Napoli, Milano, Catania, Genova, Bologna ecc.. Solo qualche città si distingue veramente. Ad ogni modo, in nessun posto vige la “regola” palermitana di far leva, puntualmente, su un qualsiasi episodio di inciviltà per generalizzare auto-lesionisticamente.
I muri dei palazzi storici di Bologna sono sporchissimi, tutti pieni di murales abusivi, ma non ho mai sentito un bolognese dire “Bologna e i bolognesi fanno schifo”.
Secondo la classifica dell’Aci, Roma è la città italiana con il più alto tasso di vittime per incidenti stradali e di infrazioni, e secondo i numeri forniti dall’Asaps è la prima città d’Europa per numero di pedoni vittime della strada. Non ho mai sentito un romano dire “Roma e i romani fanno schifo”.
Napoli ha un grosso problema con i rifiuti ma sarebbe davvere difficile sentire un napoletano parlare male di Napoli e degli altri napoletani. Al massimo li sentirai prendersela, com’è giusto che sia, col Comune, la Provincia, la Regione, le ditte partenopee di raccolta e smaltimento dei rifiuti, la camorra ecc..ecc…
Secondo me, perdonatemi se insisto, l’atteggimento di molti palermitani nei confronti della propria città e dei propri concittadini, è davvero un’anomalia; un’anomalia corroborata dal fatto che molti hanno introiettato l’abitudine di esprimersi in un certo modo, a tal punto da sembrare quasi un’ovvietà.
Vabbè dico l’ultima e non intervengo più.
Un territorio che non funziona, non ci riesce sia per le istituzioni, ma soprattutto per la popolazione. In fondo le istituzioni non sono costitutite da alieni, ma da gli stessi concittadini i quali non è che, prima di essere eletti erano dei santi ,cambiano quando salgono in carica, Il marcio , arriva dal popolo. Le istutuzioni sono solo lo specchio delle media di una società.
Le altre città non le conosco bene per poter essere obbiettivo, però,
i napoletani intervistati dell’esempio, farebbero bene ad incolpare anche qualcuno tra la gente comune, visto che l’immondizia non cade dall’ alto ed i cassonetti non si incendiano da soli; e non solo dire “siamo poveri e le istituzioni ci trattano male”, essere coesi quando non tutti remano dalla stessa parte, non serve a risolvere i problemi.
Si, generalizzare scrivendo “i palermitani” può far sembrare i problemi peggio di come non siano in realtà, ma almeno serve a fare un pò di autocritica, chiamando in causa tutti noi cittadini ad una modifica dei nostri comportamenti.
@Athon
Sono tutto sommato d’accordo con te. Ci riflettevo l’altro giorno che, raro evento, ho preso l’auto. Ero incolonnato in viale regione e, chiaramente, c’erano quei 15 o 20 veicoli al minuto che furbamente si infilavano nella corsia d’emergenza. “Siamo senza speranza” pensavo, poi però ho guardato di fronte a me e ho visto centinaia di veicoli incolonnati e rispettosi della corsia d’emergenza. In fondo almeno un 80% della gente era corretta.
C’è quel restante 20% che andrebbe stanato e multato senza pietà. Compresi quelli che hanno il clacson dell’auto elettricamente collegato al verde…
@ lorenzo80
Serve dire che sono d’accordo con te? Sì, il 20% andrebbe stanato e multato senza pietà e accomodamenti, e questo magari senza chiamare in causa “i palermitani” in toto.
Il sito di mobilitapalermo.org con i suoi commenti, occorrerebbe inserirlo come obbligatorio da leggere, ogni mattina, da tutti i vigili urbani di panormus città de mierda.